Intelligenza Artificiale: un caso di Digital Taenia solium

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Intelligenza Artificiale: un caso di Digital Taenia solium

Category:Novità

Sì, avete letto bene: Taenia solium digitale. Una cosa è certa: l’emulazione dei sistemi digitali e informatici della realtà umana è arrivata anche al parassita digitale…

Vi propongo una parte di un articolo di MalwareBytes ricevuto via newsletter e qui riportato nella traduzione in italiano (automatica):

Va bene addestrare un’intelligenza artificiale con le tue immagini, senza autorizzazione?

I proprietari di siti Web sono ancora una volta in guerra con strumenti progettati per raschiare i contenuti dai loro siti. Uno scraper AI chiamato img2dataset sta setacciando Internet alla ricerca di immagini che possono essere utilizzate per addestrare strumenti AI che generano immagini.

Questi generatori sono servizi di text-to-image sempre più popolari, in cui inserisci un suggerimento (“Un supereroe nell’oceano, nello stile di Van Gogh”) e produce un’immagine corrispondente. Poiché la “comprensione” delle immagini da parte del sistema è un risultato diretto di ciò su cui è stato addestrato, c’è un’argomentazione secondo cui ciò che produce consiste in frammenti di tutti quei dati di addestramento, c’è quindi c’è anche una buona possibilità che ci possano essere problemi legali da considerare. Questo è un importante punto di contesa per artisti e creatori di contenuti online in generale. Gli artisti visivi non vogliono che il loro lavoro venga risucchiato dagli strumenti di intelligenza artificiale (che fanno guadagnare soldi a qualcun altro) senza il loro permesso. [esiste anche in Europa una legge sul diritto d’autore, ma pare essere del tutto insignificante per certi soggetti che “volano alto”, al di sopra delle leggi nazionali e internazionali – NdR]

Sfortunatamente per il creatore francese di img2datset, i proprietari di siti Web sono molto insoddisfatti del suo approccio alla raccolta di immagini.

Il programma gratuito “trasforma grandi serie di URL di immagini in un set di dati di immagini”. Ha affermato che lo strumento può “scaricare, ridimensionare e impacchettare 100 milioni di URL in 20 ore su una macchina”. Sono molti URL. [E ti succhiano tutte le risorse del tuo sito con il quale magari lavori… – NdR]

Ciò che irrita i proprietari di siti è che lo strumento ignora le presunte buone regole di netiquette. Nel lontano 1994, “robots.txt” è stato creato come un modo educato per far sapere ai crawler quali bit di un sito Web erano autorizzati a visitare. Ai motori di ricerca potrebbe essere stato detto “Sì, grazie”. Ad altri tipi di crawler potrebbe essere stato detto “No, grazie”. Molti malintenzionati semplicemente ignorano il file robots.txt di un sito e, di conseguenza, si ritroveranno con una cattiva reputazione. [Che su internet ha il suo peso, almeno fino ad oggi: ma anche questa è corruttibile con l’AI – NdR]

Potete leggere l’articolo completo in lingua originale qui: https://www.malwarebytes.com/blog/news/2023/05/image-scraping-ai-tool-reignites-opt-in-debate

Ma la cosa più sconvolgente è andare a leggere la sequenza di contestazioni, obiezioni, domande e soprattutto le risposte del creatore di img2dataset (LEGGI QUI), un giovane francese, Romain Beaumont, con davvero nessun tipo di scrupolo per nessuno; nessuno ha diritto a nulla, né a privacy, né a protezione dei propri dati, se non il suo progetto di AI img2dataset, costi quel che costi, (dati i miliardi che un progetto del genere se ben sviluppato può portare al suo creatore: soldi a palate, non bazzeccole! Non dimentichiamolo: c’è chi ci guadagna) spacciando peraltro per creazione “artistica” le immagini create con essa (dopo aver rapinato milioni di siti altrui, ovvero il lavoro di altri che loro sì sono artisti) proprio come parliamo di creazione artistica per un quadro di Van Gogh…

Dà i brividi vedere nel dibattito di cui sopra il cinismo di Romain Beaumont, che nel momento in cui da la soluzione per evitare che un sito web sia parassitato dal suo programma img2dataset (soluzione che ho applicato ai tutti i siti dei miei clienti, per quel che può servire…) nello stesso momento spiega agli utilizzatori del proprio programma come aggirare lo stop inserito dai proprietari.

Ovvio, il tutto in nome del progresso (e del portafoglio di chi sviluppa questi programmi), del futuro radioso dell’umanità in mano all’intelligenza artificiale: futuro radioso di un’umanità ridotta in miseria, perché in molti casi un uso irragionevole di questa tecnologia causerà la perdita del posto di lavoro per milioni di persone!

Sinceramente, neanche Asimov si era spinto a tanto nella sua opera letteraria sui robot. Noi oggi siamo avanti milioni di anni luce!

Può sembrare un problema squisitamente tecnico di chi si occupa di siti web, come la sottoscritta, ma non lo è: questo è un piccolo esempio di come si istruisce un programma di intelligenza artificiale per fargli produrre dei falsi eccellenti, che in realtà riguarda ciascuno di noi, dato che l’AI nasce proprio dall’idea che l’essere umano possa essere sostituito perfettamente da un software: non solo elaborerà dati a una velocità strabiliante che nessun essere umano può eguagliare, ma ci rappresenterà, lavorerà al posto nostro, deciderà al posto nostro, vivrà al posto nostro e senza nessuno dei problemi che 8 miliardi di esseri umani portano alla terra.

Sia chiaro: la tecnologia dell’AI, di suo, come qualsiasi strumento creato dall’uomo, è neutra: né buona, né cattiva… Dipende dall’uso che ne fa l’essere umano.

Mai come ora con l’AI c’è stata la possibilità di creare in qualsiasi campo realtà documentale alternativa, e falsa, come minimo fittizia, di qualsiasi tipo di file comprovante un’attività umana (ripresa video, documento legale, email, immagini, etc.), file che  difficilmente sono smascherabili e distinguibili da loro omologhi riproducenti dati veri (ma cosa è vero e cosa è falso?), che potranno essere utilizzati per qualsiasi scopo, dato che l’AI non ha alcuna moralità o etica, essendo un software, così come non ha emozioni, sentimenti, problemi psichici, difetti comportamentali e cognitivi, etc., che sempre – a torto o a ragione – entrano in gioco nelle vicende umane. Un buon esempio sono i siti ormai ampiamente diffusi sulla rete, fondati su fake news elaborate dall’AI.

Quindi, attenzione ai vostri file digitali, di qualunque natura essi siano, se li fornite via web anche a enti certificati e sicuri. L’intelligenza artificiale potrà avervi accesso per apprendere e farne ciò che vuole in base agli intenti di chi la sviluppa, almeno inizialmente: voi, di carne, ossa e sangue, con la vostra storia e i vostri rapporti umani, con il vostro modo di pensare, con i vostri difetti, sì, i vostri beni e le vostre mancanze, non siete così importanti… siete solo uno dei tanti dati da far acquisire all’AI perché cresca e prenda il dominio: forse anche di chi l’ha sviluppata? Probabile.

Chissà cosa farà l’AI quando gli umani “naturali” che dovrebbero poterla usare saranno stati “terminati” come inutili e obsoleti e resteranno solo androidi? Da buoni figli dell’uomo, si faranno guerra fra di loro portandosi alla distruzione? Probabilmente sì … Ma tardi per noi.

 

Ecco alcuni articoli che aiutano ad approfondire:

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